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Imperial Stout

Stavo di fronte al reparto delle birre in un supermercato genovese, borbottando tra me a causa della scarsa selezione proposta, mi stavo quasi convincendo che anche ricontrollando lo scaffale più e più volte non sarebbe mai apparsa una bottiglia di Saison Dupont, quando tra capo e collo arriva la mazzata. L’attacco arriva dall’alto, è la radio e parla di Jovanotti. Mi maledico per aver lasciato a casa le cuffie 3M Peltor X5A. Cerco di tapparmi le orecchie con le mani e produco una cantilena fatta di bestemmie e versi animali nel disperato tentativo di coprire il segnale. Nonostante i miei sforzi, la voce della radio raggiunge le mie orecchie: è la pubblicità di un nuovo disco. Aumento il volume della mia cantilena, ma ormai è tutto inutile, perché immagini del 1989 di un ipertrofico bambino ritardato che si agita sul palco di Sanremo hanno invaso la mia mente; mi gira la testa e mi piscio addosso, infine mi accascio a terra tremante. Un inserviente mi viene in soccorso e urla “cazzo, spegnete quella radio, è già il terzo oggi che si piscia addosso!!”, tenta di sollevarmi, ma vengo colta da un brivido perché il suo volto si trasfigura in quello di Claudio Cecchetto. Sono nel panico più completo, scalcio, urlo, mi accorgo di non avere semplicemente urinato, ma che dalla mia vagina continua a fluire una schiuma marrone, il cui odore soffocante di nocciola e liquirizia spaventa Claudio Cecchetto, che si allontana con le mani alla bocca. Mi calmo un po’, anche perché la radio ha smesso di torturarmi e assaggio la mia schiuma marrone. L’aroma è pulito; sentori di orzo tostato, liquirizia, caffè e cioccolato prevalgono su un sottofondo di tabacco, frutti di bosco e pane nero. In bocca è morbida, poco carbonata, cremosa e dal corpo medio. Il gusto è complesso: si parte da un imbocco di cioccolato amaro, seguito da un passaggio dolce di frutta sotto spirito, caldo, sensuale, e da un ritorno all’amaro del cioccolato stemperato da una leggera acidità che introduce un sontuoso finale di resina e uva sultanina. L’alcol è ben nascosto ed esalta il lungo retrogusto morbido senza compromettere la bevibilità. Finalmente i lieviti che ho fatto arrivare dall’Inghilterra hanno prodotto un’ottima imperial stout. Fortuna vuole che continui a sgorgare, perché ho proprio bisogno di una buona bevuta.

19 risposte su “Imperial Stout”

dici la storia? sì, è un po’ cruda. Sto diventando monotono, tra un po’ esaurisco le possibili combinazioni della triade piscia, merda, vomito (no, dai non è vero, le combinazioni sono infinite). Devo introdurre un quarto elemento.

è vero, son passati mesi e ho trascurato la ricerca del quarto elemento.
Al momento i candidati sono:
1) l’annoso problema che affligge gli sceneggiatori hollywoodiani sin dai tempi di “La finestra sul cortile”, ossia “come far sparire un cadavere umano senza lasciare tracce”. Su questo volevo scrivere un manuale scientifico per serial killer camuffato da romanzo noir.
2) la mente stocastica: esiste un generatore di casualità nel sistema nervoso centrale degli animali? il funzionamento della mente è un compromesso ottimizzato tra necessità e casualità? e se il generatore di casualità si rompe, può essere causa di malattie mentali, quali paranoia, manie ossessivo-compulsive, etc.?
3) le basi biochimiche del dolore
4) la muffa
5) i parassiti intestinali
6) la sifilide
7) la chirurgia dell’intestino
8) la temperanza

Ehi … @Procy, ci sei ???
Cercavo @Minnie la stra-spocchiosa … e la cercavo un po’ qui ed anche la cercavo un po’ lì … ma non riesco a trovarla, Tu sai dov è ??? 😀

No … le volevo confermare che, se ogni grammo di “spocchia letteraria” che lei inalbera, le dessero un euro, ebbene sarebbe miliardaria, altro che ! :mrgreen:

Mannaggia a me 😦 … m’ è scappata la parolina “per”, e quindi il mio commento diventa :

No … le volevo confermare che, se PER ogni grammo di “spocchia letteraria” che lei inalbera, le dessero un euro, ebbene sarebbe miliardaria, altro che ! :mrgreen:

Nisba ancora, eh @Proc ??? 😯
@Minnie è sparita … o giù di lì ???
Che peccato … la sua spocchia paesana mi ammaliava … e mi aveva conquistato, abbenchè fosse un tantinello ridicola !!! :mrgreen:

Mah …. conoscennone la bborja letterarja …. me sa che è annata a fasse ‘n week-end intimo co’ @Musil, in quanto pare che lei vòle ariscrivere l’ OMMO SENZA QUALITA’, indove però lei lo vòle cambjà in LA DONNA SENZA QUALITA’ ( cheppoi sarebbe lei … me sa ) !
Comunque, me manca e a te ???
Sperèm de rivedella presto ar blogghe suo : quanto me pjaceva !!! :-)))

Bella Figa ???
Chissà …
Ma certamente @Minnie era una tale che, se anche davanti a lei fosse comparso Dante, non avrebbe battuto ciglio, dicendo al Vate : “E Tu chi sei appetto a me” ??? :mrgreen:

Ma come, adesso mi dai del lei?
Quella Minnie è (o era) una amica di una ragazza poco stabile mentalmente con cui ebbi una breve e sbalestrata relazione sessuale. Vidi Minnie di persona una sola volta in un cinema alla perifieria di Torino, quando insieme alla mia amica e ad altri quattro balordi (tra cui appunto questa Minnie) andammo a vedere un idiota film storico con Cate Blanchett e Clive Owen. Di quell’esperienza mi è rimasto il ricordo dei commenti sul film di Minnie, tipici da snob intellettualoide di sinistra, e l’impressione che dovesse avere una vagina salmastra, di sicuro troppo sapida. Ah, poi quella notte rischiai pure di morire, perché la mia amica instabile si addormentò mentre guidava rientrando a casa e ci salvammo solo perché afferrai il volante prima che l’auto si gettasse in un fosso in uno dei rari momenti di cristallina lucidità della mia vita.

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